Quattro bilanci sociali di altrettante Università Italiane – Genova, Pisa,  Bari “Aldo Moro” e Sassari – per evidenziarne similitudini, differenze, particolarità e mancanze.

È questo il contenuto dello studio che la testata giornalistica on line Osservatorio Socialis ha commissionato ad uno dei tre vincitori del Premio Socialis 2015, Elisa Masci, che lo scorso anno  si è distinta per la tesi Il bilancio sociale come strumento etico: il caso dell’ateneo dell’Aquila“.

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Le Università scelte per lo studio sono state individuate in primis in base al posizionamento geografico – spiega Elisa Masci – quindi in base alla conformità del territorio, in termini di similitudine di condizioni socio ambientali che consentono medesime possibilità di sviluppo“.

Proprio come per le aziende, anche per gli atenei il bilancio sociale è uno strumento di comunicazione esterna dei propri risultati in termini qualitativi e permette di creare un “ponte” di collegamento con i suoi stakeholder.

“Nello specifico caso gli Atenei, quali enti di formazione posti in essere per volontà collettiva e che coinvolgono un numero sempre maggiore di stakeholder, – continua Masci – hanno la necessità di introdurre il documento “Bilancio Sociale” quale strumento di legittimazione sociale che accentri la figura degli Atenei stessi come fautori del miglioramento del tessuto locale in termini economico – sociali grazie al potere attrattivo di cui possono godere.

I bilanci sociali analizzati presentano similitudini e differenze strutturali, di composizione (l’ateneo barese, ad esempio, riserva uno spazio a tre esperti per fornire un framework analitico sia sui documenti precedenti sia sull’Ateneo), di adeguamento alle linee guida GBS (seguite da Pisa e Sassari mentre gli altri risultano più autonomi) e di prospettive future (Genova e Sassari si soffermano molto sugli aspetti migliorativi). Molte le differenze anche nella presentazione del documento in termini di adozione di appropriata sintassi, chiarezza espositiva, capacità attrattiva e facilità di comprensione per stakeholder di differente natura.

L’adozione del Bilancio Sociale – conclude Masci – in termini di trasparenza, coinvolgimento e attrazione è direttamente proporzionale alla capacità di attrarre gli stakeholder. Se la prima impressione vince sull’essenzialità anche il documento Bilancio Sociale deve rivestire un ruolo attrattivo cominciando soprattutto dalle scelte di presentazione e redazione“.

(da Newsletter Osservatorio Socialis del 3 ottobre 2016)

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